Quando ci si prepara all’arrivo di un figlio non solo la coppia si appresta ad accoglierne la nascita.

I nonni, materni e paterni partecipano, seppure in maniera apparentemente secondaria a questa novità.

Sicuramente questi ultimi sono fonte preziosa di sostegno, cura e accompagnamento, ma esistono delle dinamiche, definite verticali, che non sempre si rendono note e consapevoli da subito.

Dinamiche verticali e trigenerazionale

Le dinamiche verticali sono da intendersi come uno schema di apprendimenti acquisiti, attraverso l’esperienza diretta e l’esempio, nel corso dell’intero ciclo di vita di una famiglia. Con il termine trigenerazionale si intende sottolineare l’importanza dell’incontro di tre generazioni (nonni, genitori, figli) nel determinare lo sviluppo individuale dei membri.

Quante volte vi sarà capitato di sentire dire o dire voi stessi: non sarò mai come mia mamma/papà!
Oppure: farò di tutto per evitare di commettere gli stessi errori commessi dai miei genitori con me!

Sarò un genitore migliore! O al contrario: prenderò sicuramente esempio dai miei! Quello che ho imparato da loro cercherò di trasmetterlo a mia volta ai miei figli!

O ancora quando un figlio viene al mondo:  la suocera o la mamma invadente che non ci consente di esercitare il nostro peculiare modo di essere e diventare genitori, ci critica, ci corregge. Le frasi tipiche potrebbero essere: anche tu facevi così quindi so come ci si comporta in questi casi meglio di te! Cosa stai facendo? Forse sarebbe meglio che… dimenticandosi che noi non siamo i nostri genitori, e i nostri figli non sono noi.

Storie che si intrecciano

Ognuno all’interno di una famiglia dovrebbe esercitare il proprio diritto di espressione della propria peculiare personalità in ogni suo specifico ruolo all’interno della danza famigliare.

Ognuno di noi sviluppa un personale modo di esprimere se stesso nell’essere genitore, figlio, nonno. Talvolta capita però che i ruoli vengano confusi nelle diverse situazioni presentabili, soprattutto quando ci si prepara ad accogliere “il nuovo”.

La nascita di un nuovo membro della famiglia comporta una ristrutturazione dei ruoli e delle dinamiche.

I figli adulti dovrebbero crescere come tali potendo sviluppare una propria vita affettiva e lavorativa autonoma e indipendente. I genitori potrebbero provare ad accettare la separazione dai propri figli e accompagnare la loro crescente indipendenza ridefinendo le relazioni nella direzione di un rapporto alla pari. Se  la nuova coppia riesce a riadattarsi e trovare un nuovo equilibrio, raggiungendo un maggior senso di intimità e solidarietà, questa fase può essere molto intensa.

Il modello trigenerazionale consente alle coppie e alle famiglie di conoscere e rinarrare le proprie esperienze all’interno del nucleo in un’ ottica d’integrazione di nuovi sistemi famigliari.

Quando si diventa coppia non avviene solo l’incontro tra due individui, bensì si apre uno scenario dove più storie si intrecciano: la propria, quella del partner e quelle delle rispettive famiglie di origine. Ognuno di noi interiorizza un proprio modo di intendere la famiglia, una propria visione e prospettiva dell’essere figlio, poi partner e infine genitore.

Più storie quindi entrano inevitabilmente a confronto. Non si tratta di trasmissione genetica, quanto più di un passaggio di miti, esperienze e racconti di vita che inevitabilmente influenzeranno lo sviluppo e la crescita di ognuno.

Come fare quindi?

 Ricordiamoci sempre che ognuno di noi è un individuo a sé, può somigliare a qualcun altro ma non sarà mai tale e quale a questo. Cercate di difendere ed arricchire la vostra individualità nel dialogo con le vostre famiglie: ascoltate, raccontate e riscrivete storie ogni volta che ne sentirete il bisogno. Apritevi con curiosità alla storia delle vostre famiglie, solo questo vi consentirà di conoscere e conoscervi meglio, in qualsiasi ruolo stiate giocando il vostro capitolo presente!

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